Gli occhi che 'n prima tanto bel piacere
ballata by Francesco Landini
Sources
Florence: Biblioteca Medicea-Laurenziana, Palatino 87 (Squarcialupi Codex), fol. 148v (2/2); Biblioteca Nazionale Centrale, Magliabechiano VII 1041, fol. 48v (text); Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichiano 26,
fol. 7 (2/2); San Lorenzo, Archivio Capitolare 2211 [palimpsest], fol. 106v (2/2);
Paris: Bibliothèque Nationale, fonds italien 568, fol. 68v-69 (2/2).
Facsimiles
1. Il codice musicale Panciatichi 26 della Biblioteca Nazionale di Firenze, facsimile edition by F. Alberto Gallo, Florence: Leo S. Olschki Editore, 1981, no. 15 (FP).
2. Il Codice Squarcialupi edited by F. Alberto GALLO, Lucca:
Libreria Musicale Italiana, 1992.
Editions
1. The Works of Francesco Landini, edited by Leonard Ellinwood, Cambridge/Massachusetts: The Mediaeval Academy of America, 1939, p. 98.
2. Der Squarcialupi-Codex Pal. 87 der Biblioteca Medicea Laurenziana zu Florenz, edited by Johannes
Wolf and H. Albrecht, Lippstadt: Kistner and Siegel, 1955, p. 261.
3. The Works of Francesco Landini, edited by Leo Schrade, Monaco: Editions de L'Oiseau-Lyre, 1958. Polyphonic Music of the Fourteenth Century IV, p. 20.
Text Editions
CORSI, Giuseppe. Poesie musicali del Trecento, Bologna: Commissione per i testi di lingua, 1970, p. 178.
Literature
1. D'ACCONE, Frank. 'Una nuova fonte dell' "Ars nova" italiana: il codice di San Lorenzo, 2111', Studi Musicali, XIII (1984): 3-31.
2. GALLO, F. Alberto. 'The musical and literary tradition of 14th century poetry set to music', Musik und
Text in der Mehrstimmigkeit des 14. und 15. Jahrhunderts, edited by U. Günther and L. Finscher, Kassel: Bärenreiter: 1984, pp. 55-76.
3. NADAS, John. 'Editorial practices in early Quattrocento Florentine anthologies of secular polyphony',
L'Ars nova italiana del Trecento VI: Certaldo 1984, Certaldo: Centro di Studio L'ars nova italiana, 1992.
Text
Gli occhi che 'n prima tanto bel piacere
mi porson dentr'al core,
non seguitando amor(e) mi fan dolere.
Vana speranz'amor che nel passato
tempo mostrommi con suo vaga vista,
m'ha ne le forze sue tanto legato,
che già
mai donna per suo non m'aquista.
Sempre piangendo l'anima s'atrista
e muorsi di dolore,
ché gli occhi c'hanno Amor(e) non può vedere.
Così pien di tormento 'l cor mi veggio,
né so né penso che cuor le si
mova.
Dimmi, signor, perché di male 'n peggio
costei mi guida non con giusta prova?
Ch'a gentil cor de' parer cosa nova
usando tal errore
verso di chi si muor(e) per suo volere.