Tutta soletta sì già mormorando

ballata by Guilielmus de Francia

Sources

Florence: Biblioteca Medicea-Laurenziana, Palatino 87 (Squarcialupi Codex), fol. 174 (2/1); Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichiano 26, fol. 6v-7 (2/1);
Paris: Bibliothèque Nationale, fonds italien 568, fol. 10 (2/1).

Facsimiles

1. Il codice musicale Panciatichi 26 della Biblioteca Nazionale di Firenze, facsimile edition by F. Alberto Gallo, Florence: Leo S. Olschki Editore, 1981, no. 16 (FP).
2. Il Codice Squarcialupi edited by F. Alberto GALLO, Lucca: Libreria Musicale Italiana, 1992.

Editions

1. Der Squarcialupi-Codex Pal. 87 der Biblioteca Medicea Laurenziana zu Florenz, edited by Johannes Wolf and H. Albrecht, Lippstadt: Kistner and Siegel, 1955, p. 320.
2. The Music of Fourteenth Century Italy, edited by Nino Pirrotta, [n.p.]: American Institute of Musicology, 1964. Corpus Mensurabilis Musicae 8/V, p. 32.
3. Italian Secular Music: Bartolino da Padova, Egidius de Francia, Giulielmus de Francia, Don Paolo da Firenze, edited by W. Thomas Marrocco, Monaco: Editions de L'Oiseau-Lyre, 1975. Polyphonic Music of the Fourteenth Century IX, p. 100 (Fn26).

Text Editions

1. CORSI, Giuseppe. Rimatori del Trecento, Turin: Unione tipografica editrice torinese, 1969, p. 1054.
2. CORSI, Giuseppe. Poesie musicali del Trecento, Bologna: Commissione per i testi di lingua, 1970, p. 91.

Literature

1. The Works of Francesco Landini, edited by Leo Schrade, Monaco: Editions de L'Oiseau-Lyre, 1958. Polyphonic Music of the Fourteenth Century IV.
2. CORSI, Giuseppe. 'Madrigali e ballate inedite del Trecento', Belfagor, XIV (1959): 329-340.
3. PIRROTTA, Nino. 'Landini', Die Musik in Geschichte und Gegenwart, VIII (1960): 163-168.

Text

Tutta soletta sì già mormorando
la pulzelletta bella,
dicendo suo favel la:
"Padre, perchè mi fa' gir lagrimando?".

Nel suo lamenti e versetti pietosi
dicea: "Padre, tu mi fa' gran torto";
nel tempo son che diletti amorosi
dovri en con me che far in gran conforto,
e tu mi tien rinchiusa in questo porta
e non so che ti fai;
marito non mi dai
e in questo mondo mi sto tapinando.

Deh, giovinezza mia, come ti struggi,
che correndo t'en vai sanza ritorna!
Deh, dolce e ghaio tempo, ben ti fuggi
con tutta mia piacevolez' adorna!
Ben fugge'l tempo mio, che no soggiorna,
e vedova rimango:
di ciò molto mi piango,
con gran dolori, lassa, sospirando.

Po' ch'i' non trovo in te, padre, pietade,
va' canzonetta, piena di sospiri,
lamentando t'andrai per la cittade.
A qualunque persona o donna miri,
fa' che racconti loro e' mie martiri
e le pene dogliose,
che in me sono ascose,
e come d'allegrezza sono in bando